lunedì 6 agosto 2018

Storia di una donna: Maria Antonietta.


Maria Antonia Giuseppa Giovanna D'Asburgo-Lorena
Una figura tra le più amate ed odiate del settecento è sicuramente la Regina Maria Antonia Giuseppa Giovanna D’Asburgo-Lorena meglio nota come Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa d’Austria e Francesco Stefano di Lorena nasce a Vienna il 2 novembre del 1755 divenendo di fatto l’oggetto del baratto tra la vita normale di una bambina e la pura ragion di stato.

Infatti la piccola Maria Antonietta già insignita col titolo di Arciduchessa d’Austria, al fine di suggellare l’alleanza con il Regno di Francia viene data in sposa ancora quattordicenne al principe ereditario Luigi Capeto che divenne poi, Luigi XVI.

Si trasferì nella reggia di Versailles dove il non appagante matrimonio con Luigi XVI la portarono ad essere amante della mondanità, di frivolezze e persino ad essere oggetto di pettegolezzi e intrighi di corte, che di fatto la portarono ad essere al centro di maldicenze da parte della nobiltà francese che con sprezzo la soprannominarono “l’Austriaca”.

Tanto che nella prima parte del matrimonio anche a causa della coltre di cattiveria che scese su Maria Antonietta persino suo marito non la sfiorò mai facendole di fatto capire che la loro unione era esclusivamente di interesse politico. I mesi passarono inesorabili e Maria Antonietta fu quasi messa alle strette dalla madre la quale le rimproverò il fatto di non essere in grado di conquistare suo marito.

Ma Maria sola e criticata in famiglia, iniziò piano piano ad avvicinarsi a Luigi il quale se non proprio per amore ma quantomeno per simpatia iniziò una vita di coppia di facciata. Morto per vaiolo Luigi XV, il figlio salì al trono a soli diciotto anni e Maria Antonietta divenne la regina consorte del regno di Francia era il 10 maggio del 1774.

Ancora nel 1775 il suo matrimonio non era stato consumato e la corte attendeva un nuovo erede al trono di Francia, anche per questo la fama della delfina austriaca non fu molto buona e tese sempre più a peggiorare. Infatti la sua insoddisfazione la portò persino a giocare d’azzardo e a frivolezze costose che le inimicarono molta parte della vecchia nobiltà francese avendo nei suoi confronti un vero e proprio astio.

Ma con la visita di Giuseppe II d’Austria al cognato e dopo aver redarguito Maria Antonietta ad avere una vita meno dissoluta, finalmente il 18 agosto del 1777 il matrimonio venne consumato e il 19 dicembre del 1778 venne alla luce Maria Teresa Carlotta.

Furono gli anni del trasferimento presso il Petit Trianon dove si attorniò solo di persone di sua stretta complicità e stima tra cui la contessa de Polignac con cui divenne una amica intima. Intanto morì l’imperatrice Maria Teresa e distrutta dal dolore ebbe un ritorno di fiamma col marito che portò il 22 ottobre del 1781 alla nascita dell’erede al trono Luigi Giuseppe.

Inoltre dopo un aborto e un periodo di grave depressione arrivò il terzogenito Luigi Carlo era il 27 marzo del 1785 e nel luglio del 1786 diede alla luce la quartogenita Sofia Elena Beatrice.

A causa della grave crisi economica il Re cadde in depressione e fu Maria Antonietta che prese di fatto le redini della politica francese tagliando i fasti di corte, alienando di fatto i privilegi che però non migliorarono la popolarità della regina ormai compromessa irrimediabilmente.

Tutto questo andarono a favorire la popolarità dell’antagonista del re il Duca di Orleans nonché suo cugino, intanto il re tra l’8e il 9 agosto chiamò a raccolta gli Stati Generali ed esiliò il Parlamento. Intanto i lavori iniziarono nel maggio del 1789 e dopo pochi giorni dall’apertura degli stessi per i reali un duro colpo arrivò ovvero la morte del figlio Luigi Giuseppe a neanche otto anni.

Intanto il lutto della famiglia reale passò in sordina e il Terzo Stato si autoproclamò Assemblea costituente nella sala della pallacorta dove era riunito, il re cercò di eliminare i rappresentanti più scomodi del Terzo Stato ormai ribelle facendoli arrestare, ma il popolo infuriato il 14 luglio proruppe alla Bastiglia liberando i suoi rappresentanti.

In tale clima dopo la rivolta del pane che vide per la prima volta nella storia della monarchia di Francia una invasione del popolo nel Palazzo reale di Versailles, la famiglia reale dovette trasferirsi nel Castello di Tuileries dove di fatto venne imprigionata. Nel febbraio del 1790 il re promulgò la prima Costituzione rivoluzionaria ma il rapporto fiduciario tra monarchia e popolo si era incrinato definitivamente, tanto che tentò la fuga con la famiglia reale, che terminò a pochi chilometri dai Paesi Bassi Austriaci.

Questo portò a indurre i francesi a ritenere che la figura del re non sarebbe stata più utile alla guida dello stato e del paese, ma il popolo sempre più distante dalla famiglia reale aggredì il re e la regina per ben due volte ma il 10 agosto del 1792 finì così l’inviolabilità della persona del re.

Il 13 agosto l’intera famiglia reale fu portata alla torre del tempio in stato di prigionia, e nel 1793 apertosi il processo verso Luigi XVI si concluse con la condanna a morte per decapitazione, nel periodo della prigionia i reali si unirono provando per la prima volta amore e compassione. L’ultima notte di vita Luigi Capeto la passò in preghiera, la mattina della sua esecuzione gli fu concesso di salutare la moglie e i figli, vestito di bianco con in mano il libro dei Salmi si incamminò in carrozza verso il patibolo le sue ultime parole furono: “Signori, sono innocente di tutto ciò di cui vengo incolpato. Auguro che il mio sangue possa consolidare la felicità dei francesi.” Uditi i colpi di cannone dalla sua cella comprese la morte del sovrano consorte e il figlio Luigi Carlo divenne per diritto Luigi XVII.

Luigi Carlo fu separato dalla madre il 3 luglio e fu plagiato dal suo precettore per fargli firmare una dichiarazione falsa contro la madre per pratiche di masturbazione e incestuose, accuse che vennero rivolte in sede del processo che avrebbe portato poi alla condanna a morte della regina consorte. Le vennero mosse fondamentalmente tre accuse: «esaurimento del tesoro nazionale», «intrattenimento di rapporti e corrispondenza segreti» con il nemico (l'Austria e i filomonarchici) e «cospirazioni contro la sicurezza nazionale ed estera dello Stato». Era evidente che la donna veniva processata per alto tradimento.

Seppure con compostezza riuscì a divincolarsi da tutte le accuse mosse, la sentenza ormai scritta era quella di morte. Così in cella le fu consentito di fare testamento e nelle sue ultime parole si legge: “È a voi cara sorella che scrivo per l'ultima volta, sono stata condannata a una morte terribile destinata solo ai criminali, andrò a raggiungere vostro fratello, come lui innocente. La cosa che mi rattrista è quella di lasciare i miei figli, sapevate che vivevo solo per loro, che mio figlio non dimentichi le ultime parole di suo padre e che non cerchi di vendicare la nostra morte. Avevo degli amici; il solo pensiero di separarmi da loro mi spezza il cuore conserverò il vostro ricordo fino all'ultimo. Vi abbraccio con tutto il cuore così come abbraccio i miei cari adorati figli; mio Dio quanto è straziante doverli lasciare per sempre. Addio, addio”.

Il 16 ottobre a Maria Antonietta non le fu concesso di vestire di nero, ma di bianco (solo dopo i detrattori ricordarono che il bianco era l’abito del lutto per le regine di Francia), le vennero tagliati rozzamente i capelli sino alla nuca e le furono legate le mani dietro le spalle, non le fu concesso di raggiungere il patibolo come era avvenuto per il marito in carrozza ma su un carro scoperto, lasciata quindi alla mercè di sputi e imprecazioni del popolo. Sempre con sguardo fiero, impettita e con gli occhi vitrei si avviò alla sua triste fine.

Gli ultimi istanti di vita furono rapidi, ella salì rapidamente i gradini del patibolo e nella concitazione del momento pestò il piede del suo boia, chiese scusa per tale gesto e fu distesa sul lettino che serviva per l’esecuzione, il taglio fu netto, il boia prese sanguinante la testa dell’ex regina e il popolo gridò “Viva la Repubblica”.

I resti dei sovrani di Francia furono gettati in una fossa comune e sepolti con calce viva, il figlio Luigi Carlo fu murato vivo e solo nel 1795 dopo la morte di Roberspierre fu liberato, ma morì di lì a poco, mentre la figlia riuscì a ritornare in Austria dopo uno scambio con la Francia di prigionieri.

Le spoglie del re furono ritrovate il giorno 21 gennaio 1815, giorno in cui cadeva il ventiduesimo anniversario dalla morte, avvenne il trasporto con una solenne processione sino all'abbazia di Saint-Denis, dove Luigi XVI e Maria Antonietta furono inumati; su parte del cimitero della Madeleine Luigi XVIII fece costruire una cappella espiatoria, accanto alla Chiesa della Madeleine. In Francia si sviluppò quindi il culto della "regina martire", per espiare la colpa del regicidio, e la vita di Maria Antonietta venne idealizzata.

A cura di Sisto Massimiliano.

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