martedì 7 agosto 2018

L'impressionismo e Berthe Marine Pauline Morisot: sola in un mondo di uomini.


Berthe Marine Pauline Morisot
Berthe Marine Pauline Morisot è una pittrice impressionista francese nata a Bourges il 14 gennaio del 1841 in una famiglia agiata, il padre alto funzionario della Corte dei conti mentre la madre era discendente da un noto pittore francese per cui l’arte già era di casa nella famiglia Morisot. Berthe Morisot è stata una delle interpreti più significative, fantasiose e vivaci del movimento impressionista. 
È importante notare inoltre come la Morisot, insieme a Mary Cassatt, sia stata una delle pochissime pittrici impressioniste. Ciò acquista ancora maggiore rilevanza in considerazione del fatto che le donne ricoprivano un ruolo subalterno nella società dell'epoca, tanto che la pittura era considerata una pratica esclusivamente maschile: basti per tutti l'esempio della École des Beaux-Arts di Parigi, che negò il diritto di istruzione alle donne fino al 1897. Per emergere in un ambiente così fortemente ostile, dunque, le donne oltre a un indubbio talento artistico dovevano possedere anche una forte personalità. 

Durante la giovinezza poi, la famiglia Morisot si trasferì a Pussy a Parigi, centro culturale e artistico molto molto fervido, qui aprirono la loro casa a letterati, artisti e amanti della cultura quindi la Berthe crebbe e sviluppò la sua vena artistica apprendendo le basi della pittura da amici e dai genitori. Volendo accontentare il padre le doti artistiche della figlia chiese prima al pittore Geoffrey-Alphonse Chócarne, e poi di Joseph Guichard di prenderla sotto il proprio discepolato per apprendere la tecnica pittorica perché l’Accademia delle belle arti era all’epoca chiusa alle donne. Insofferente per i canoni classici della pittura la Berthe fu presentata da Guichard ad Achille Oudinot, pittore ben inserito nel circolo dei pittori di Barbizon, il quale a sua volta la allocò nel prestigioso atelier di Jean-Baptiste Camille Corot, il quale spinse a dipingere en plein air tanto che il padre le fece costruire un gazebo dove potersi esercitare con le sorelle anche loro aspiranti pittrici. 

Un giorno per caso conobbe Manet che era intento con un amico a passeggiare al Louvre l’incontro fu folgorante. Infatti la Berthe su estasiata dall’incontro con l’artista che sebbene sposato, secondo pettegolezzi dell’epoca, mai confermati, avesse una storia con l’artista. Berthe ruppe con gli schemi troppo rigidi e si indirizzò verso una pittura più ariosa, intrisa di luce e piena di fragranza e lievità. Il suo tratto divenne più sciolto e sfumato, dando un'impressione di immediatezza e di spontaneità. Fatto resta che il sodalizio fu molto proficuo innanzitutto perché la Berthe posò per ben undici dipinti dell’artista e personale perché ne divenne cognata sposando il fratello di Manet Eugene. Approdò definitivamente alla poetica impressionista, che colse in quadri come Veduta di Parigi dal Trocadero e, soprattutto, La culla, forse la sua tela più celebre. 


Realizzata nel 1872 e conservata al museo d'Orsay di Parigi. Venne esposta per la prima volta nel 1874, in occasione della celebre mostra degli Impressionisti, diventando di fatto la prima donna a far parte del gruppo. L'accoglienza conosciuta dal dipinto fu molto ondivaga. Molti notarono il dipinto a malapena, anche se vi furono alcuni critici che ne apprezzarono la grazia e l'eleganza. Per lo più, tuttavia, l'esposizione de La culla sollevò un coro indignato di critiche. Ne La culla la Morisot coglie un momento di struggente intimità familiare, raffigurando la sorella Edma mentre veglia sul sonno della figlioletta Blanche. 
Berthe riesce a porre grande attenzione al fresco naturalismo della rappresentazione, enfatizzando al tempo stesso l'affettuosa quotidianità del soggetto. Edma, infatti, ha un'espressione intensa e amorosa ed è assorta in chissà quali pensieri. Mossa da un innato istinto di protezione materno, inoltre, la donna sfiora un lembo della tendina e lo interpone tra l'osservatore la neonata, ponendolo così a protezione della culla. Blanche, invece, dorme beatamente e le sue delicate fattezze attraverso la candida trasparenza del velo. 

Sia la giovane madre sia la bambina vengono raffigurate con un braccio piegato, come a sottolineare un'affinità psicologica. L'intera opera lascia trasparire un sentimento tenue e delicato, e ci si sente quasi di troppo nel prendere parte a una scena così tenera e affettuosa. Il connubio tra madre e figlia viene accentuato dalla diagonale ideale che, unendo l'angolo in alto a sinistra della tela e quello opposto, allinea lo sguardo teneramente pensoso di Berthe con gli occhi chiusi della piccola Blanche. 
La culla che accoglie la piccola dormiente, pur nella sua impalpabilità, ha una sagoma che descrive una massiccia struttura piramidale che occupa tutta la metà destra della tela. I colori, infine, sono applicati sulla tela senza passaggi chiaroscurali, e sono giustapposti così da esaltarsi vicendevolmente.

Dal punto di vista tematico la Morisot si cimentò in marine, paesaggi, ritratti en plein air e numerosi altri generi. Particolarmente importante, in tal senso, è il 1873, quando si associò al nascente movimento impressionista, fondando con Monet, Pissarro, Sisley, Degas, Renoir e altri artisti meno conosciuti. Arrivò persino a rinunciare momentaneamente alla propria vita sociale e all'amata attività pittorica a causa della nascita della sua primogenita nel 1879. 

Col tempo, in ogni caso, Berthe divenne una delle personalità di spicco del gruppo impressionista e la sua casa, divenuta di colpo vuota con la morte del marito Eugène, si trasformò in un rinomato luogo di ritrovo per musicisti, pittori e letterati, frequentato anche da Stéphane Mallarmé, Émile Zola e Pierre-Auguste Renoir. 
Nel febbraio del 1895 Berthe si ammalò. Inizialmente non era in condizioni gravi, ma il sopravvenire di una polmonite fece precipitare gli eventi. Fece appena in tempo ad affidare sua figliola Julie a Mallarmé e a regalare gran parte dei suoi lavori agli amici più cari, per poi morire di colpo il 2 marzo dello stesso anno, a soli cinquantaquattro anni. 

A cura di Sisto Massimiliano.

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