venerdì 24 agosto 2018

Cenni storici sulla Sagra di Settembre.



La fiera della Madonna dei Martiri non è tra le sagre paesane più antiche della nostra terra, infatti precedenti alla nostra vi erano quella di Santa Maria dello Sterpeto di Barletta risalente al 1259 e di quella di San Leo di Bitonto ricordata persino nel Decamerone di Boccaccio.
La nostra fiera settembrina come è risaputo risale grazie all’autorizzazione al 24 aprile del 1399 per concessione di re Ladislao d’Angiò-Durazzo. 
Secondo la bolla reale essa poteva svolgersi dall’8 settembre al 15 settembre sia dentro che fuori le mura cittadine. Si svolgeva, quindi, nel centro cittadino ovvero in via Piazza e al di là del fossato e lungo le mura cittadine ed in luoghi vicini. 
Uno di questi era largo Porticella dove aveva luogo la fiera del bestiame. Si commerciavano  ovini, bovini, equini, animali da cortile; di particolare pregio vi era la compravendita di equini di razza Schiavonia o i ciuchini della Dalmazia. 

Inoltre, rispecchiando quella che era la civiltà contadina del tempo, si potevano acquistare carri, aratri, scale, trespoli, arnesi da lavoro, funi e finimenti oltre che oggetti di legno e di metallo, mobilia, giocattoli, stoffe e tele. 
Vi erano inoltre anche bancarelle che vendevano alimenti, come succede oggi, saltimbanchi, cantastorie, giocolieri e zingare. 

L’illuminazione per la festa nella città era costituita da torce e falò che si accendevano per la strada a rischiarare l’aria festosa, queste sostituite dalla seconda metà dell’ottocento da lampanini ad olio e nel novecento dalle luci multicolori elettrici. Ai colpi di cannone a salve poi furono sostituiti i fuochi pirotecnici che facevano da cornice all’area di festa che si respirava.
A cura di Sisto Massimiliano.





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