mercoledì 25 luglio 2018

La pagina più brutta del Regno d'Italia: la legislazione razziale del 1938.





Oggi ricorrono gli ottant’anni della promulgazione delle Leggi razziali attraverso  un documento a dir poco assurdo firmato dai più illustri scienziati del Regno di Italia ossia il “Manifesto della Razza”preparato ad hoc il 14 luglio del 1938

che di fatto fu il primo passo per quella infamia della legislazione razziale che pesa ancora oggi nelle coscienze comuni della società civile.

Dalla lettura del manifesto se da un verso viene espressa la banalità della differenza dei caratteri ereditari di un determinato popolo, dall’altro nell’articolo secondo vengono individuate razze superiori rispetto ad altre di tipologia inferiore, per poi passare a una ricostruzione storica del concetto di nazione e di popolo legato sempre alla sua razza.


Inoltre veniva sottolineato il fatto che la nostra nazione fosse ariana spazzando, in modo falsamente, il fatto delle preesistenti civiltà che hanno popolato e dominato l’Italia che come si sa è stata sempre, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente terra di conquista e di stanziamento di nuovi popoli che si sono legati alla popolazione autoctona.

Spiegando, ancora in modo falso che dopo i longobardi nessuna altra dominazione ha apportato modifiche all’intertessuto proprio della nazione dimenticando quindi che fu conquistata dai francesi, tedeschi, arabi e spagnoli che si sono mescolati con la popolazione italica ed ancora oggi ne notiamo i caratteri ereditari dalle fisionomie delle persone presenti in Italia.


Poi nel punto 7 il Manifesto si contraddice proprio con quelle che erano state le battaglie e le guerre fatte nel ventennio precedente per la costruzione di un impero oltreoceano, e di fatti l’incogruenza cozzava proprio nella interessenza del modo con cui furono costruite queste leggi individuate per lo più con una semplicità unica, quasi con creduloneria allo stato puro ed elementarità volta a dover trovare consenso ahimè in una nazione ancora e troppo ignorante.

Ma l’insegnamento di quella vergogna oggi è stato effettivamente superato? Siamo oggi in grado di non indignarci per quella infamia e in modo diverso proclamarci infami noi stessi quando voltiamo la testa verso la migrazione attuale che in modo così sconsiderato sta prendendo piede nella nostra nazione?


Possiamo definirci immuni dal razzismo oggi alla luce di questa onta che colpisce oggi la nostra nazione ovvero vivremo una reminiscenza di un altro corso e ricorso storico come avrebbe sottolineato il Vico? 
Grazie a questa ignoranza e arroganza, molta gente fu deportata anche se in modo minore rispetto alla Germania Nazista e molti morirono pure circa cinquemila persone italiane, altri invece scapparono all'estero come il nostro illustre premio Nobel per la Medicina poi rientrata durante la guerra per assistere come crocerossina i partigiani: Rita Levi di Montalcini.
Una legge italiana contro gli italiani stessi, una vergogna da non ripetere non solo verso i nostri stessi cittadini ma anche verso chi ci chiede un po' di umanità.

A cura di Sisto Massimiliano

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