martedì 17 luglio 2018

Il tempo, la piazza e il nulla.



Piazza Paradiso


La piazza da sempre è stato il luogo di aggregazione per eccellenza; nelle piazze avvenivano le contrattazioni per ciò che riguardava il compenso dei braccianti, era il punto di ritrovo delle compagnie per le uscite serotine. 
Le piazze sono state anche centri di democrazia come era per le popolazioni dell’Antica Grecia l’Agorà o per i romani il Foro.

La piazza da sempre è stato il punto nevralgico dove ci si ritrovava per acquistare i beni necessari per il fabbisogno quotidiano. 


Nelle piazze si poteva toccare con vivida gioia l’interessenza e il cuore pulsante della città. La piazza era anche il luogo ove si trovavano le nostre nonne per scambiare qualche chiacchiera con la comare di turno rendendola pittoresca. 

La piazza per secoli è stata il centro di scambio di informazioni: infatti i banditori qui declamavano i proclami pubblici, ci si radunava per avvicinarsi alle fontane pubbliche per lavare il bucato o semplicemente per prendere l’acqua per il fabbisogno giornaliero. 
La piazza a partire dagli anni ottanta è andata sempre più diventando un luogo solo di contrattazione del minuto pesce o della verdura per poi diventare un nugolo sparuto di venditori per essere infine il nulla. 
Oggi la piazza non è più nulla, anzi è il nulla; quel nulla che la ha portata ad essere una area svuotata della sua vitalità, del suo vocio, del suo modo di fare comunità. 
Ai nostri giorni quindi la piazza altro non è che una identificazione stradale che  non ricorda i fasti di un tempo che fu.

a cura di Sisto Massimiliano

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