Tra i ricordi delle estati molfettesi andate vi è uno ricorrente specie per chi come lo scrivente negli anni novanta era adolescente e sono i ricordi delle estati passate al Park Club.
Il Park Club ha rappresentato per
noi giovani adolescenti quello che era il primo luogo protetto dove i nostri
genitori sapevano dove i loro figli passavano il tempo estivo, all’epoca non
esisteva il cellulare o meglio esisteva ma era quanto una cabina telefonica.
Il tempo estivo era scandito
subito dopo la scuola con l’apertura della stagione balneare, delle tintarelle
o degli ozi sotto il sole o anche il luogo dove potevi divertirti con poco o
con tanto, tutto questo era il Park Club.
Ricordo che la spiaggia gremitissima
era sempre affollata e si faceva a gara per mettere l’asciugamano sul pianale
di cemento sporgente rispetto alla pensilina dove c’era anch’esso un gradone di
cemento ma all’ombra e dove mi piaceva stare seduto.
All’epoca mi viene in mente, alla
radio davano la canzone del momento che era quella di Marina Rei “Primavera” e
Jovanotti “Bella” e ricordo che stavamo con gli asciugamani in spiaggia a
cantarle.
Poi alle spalle della zona
spiaggia c’era la parte dove tenevano i surf e ancora dell’erbetta dove si
mettevano altre persone a prendere il sole.
Lì era un luogo di incontro e di
unione delle comitive, di grandi comitive che d’inverno poi si ritrovavano al Banco
di Roma o al Calvario dove c’era la gelateria Slurp.
La mia comitiva era quella più
grande, in quella estate mitica del 1996 mentre Corona cantava come remix la
mitica canzone “The ritmic of the night” e Chase “Obsession”e si avvicinava il
momento dei sabato sera in cui lì si radunava tutta la gente che contava.
Infatti le associazioni culturali
avevano tavoli dove sotto il grande capannone bianco si ritrovavano coi loro
iscritti a giocare a burraco il venerdì sera, e ancora la terrazza al cui
centro vi era il bar che era il centro in cui si svolgeva l’attività ludica al
di sotto degli alberi e degli ombrelloni che erano lì posti.
Lo sport, le serate in pizzeria perché
quello potevamo permetterci noi ragazzini, i sabato danzanti nelle mitiche
feste, i primi amori, le prime delusioni, le grandi passeggiate lungo il
perimetro delle cabine tutto c’era in quel lido e nei miei ricordi è rimasto
scolpito tutto questo.
L’evento principale era quello
della vigilia di ferragosto in cui tutti, ma proprio tutti tesserati e non
convergevano, e raccoglieva tutte le età e si faceva festa sino all’alba, c’era
tutta la città.
Oggi di quello splendido lido non
resta che un cumulo di immobili da restaurare che non torneranno più al fasto
dei quegli anni.
A cura di Massimiliano Sisto.
A cura di Massimiliano Sisto.
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