sabato 21 luglio 2018

Le campane e i loro rintocchi.



Sino a tutta la prima parte del novecento, le campane hanno segnato quella che era la vita quotidiana dei cittadini. 
Infatti tutto era annunciato da esse e dai loro rintocchi, ed alle volte esistevano campane che erano suonate solo ed esclusivamente in determinate occasioni. 
Immaginate la vita cittadina segnata dal tempo e dal suono delle stesse nel silenzio poco assordante della tecnologia. 
Oggi il suono delle campane viene confuso con altri rumori che dalle nostre città sono diventate tipiche, ma prima no, anzi erano esse a rompere il silenzio della quotidianità. 

Le ore erano così scandite:
-          “mèttetàine” che suonava alle ore 4 del mattino dando inizio alla dura vita nei campi degli agricoltori;
-          “chémbéniedde” che segnava le 5 antimeridiane;
-          “la merénne” ovvero la colazione dei lavoratori che si faceva alle 8 o alle 9 di mattina;
-          “Criste” che rintoccava alle 11 mattutine;
-          “mézzadàie” ovvero le 12 che segnava l’ora del pasto e il termine dei lavori mattutini;
-          “Cappeccenédde” che rintoccava dopo mangiato e che comunque precedeva il vespro, ed era la tipica campana della Chiesa dei Cappuccini che rintoccava questo particolare momento della giornata, ciò avveniva tra le 14 e le 16 a seconda delle stagioni;
-          “vréspe” che era intonata tra le 15 o le 17 a seconda delle stagioni;
-          “Avémméraie” rintocca ancora oggi prima di sera;
-          “n’òere de notte” avveniva dopo l’Avemmaria e con questa si chiudeva definitivamente la giornata cittadina;
-          “do òere de notte” decretava il momento del riposo notturno.

Ancora le campane erano usate per indicare la morte di qualche notabile, di un parto pericoloso, per indicare la direzione del porto in caso di nebbia, per una festa religiosa o anche per l’inizio della santa messa.
 Voci e suoni ormai totalmente dimenticati dal tempo.

a cura di Sisto Massimiliano.

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