Forse si sta creando una nuova tradizione molfettese, quella del Corteo Storico sulla vita di San Giovanni Bosco, il presule di Castelnuovo d'Asti che ha insegnato e insegna a milioni di generazioni il rispetto dell'altro, la preghiera e l'accoglienza.
Purtroppo non si saprà se questa nuova iniziativa che arricchisce l'estate molfettese è destinata a continuare nel tempo, perché il Convento dei Salesiani dopo circa ottant'anni lasceranno Molfetta e la Chiesa di San Giuseppe sarà annoverata come parrocchia, lasciando un immenso vuoto sia per le generazioni che hanno direttamente convissuto con l'opera salesiana sia per le nuove che perderanno un punto di riferimento certo.
Ma chi era il santo di Castelnuovo?
Grande apostolo dei giovani, fu loro padre e guida alla
salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica,
dell’amore teso sempre a prevenire anziché a reprimere.
Sul modello di san
Francesco di Sales il suo metodo educativo e apostolico si ispira ad un
umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della
sapienza evangelica. Fondò i Salesiani, la Pia Unione dei cooperatori salesiani
e, insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Tra i più
bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindicenne, che aveva
capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere
la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri
doveri”.
Giovanni Bosco fu proclamato Santo alla chiusura dell’anno della
Redenzione, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II
lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo
egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli
spirituali”.
A cura di Sisto Massimiliano.
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