Ogni sera essa sarà animata dalle confraternite ed associazioni laicali che hanno come culto principale quello della Vergine, il programma giornaliero prevede la recita del santo Rosario oltre alla celebrazione Eucaristica e quindi alla preghiera della quindicina.
Sull'altare maggiore già dalla giornata di domenica scorsa campeggia il venerato simulacro della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo realizzata dal Francesco Verzella nel 1809.
La venerazione nasce sin dalla fine del settecento alla Vergine come gruppo di preghiera operante nella Chiesa della Santissima Trinità e poi proprio per l'incremento degli iscritti si evolse dapprima come associazione di fedeli e poi come confraternita nel 1815.
Le sue insegne sono camice e cappuccio bianchi, mozzetta bianco-crema con fiorellini sparsi rosso-bruno e cingolo con fiocco rosso, al collo laccio sempre color rosso con una piastra di metallo riproducente l'immagine della Madonna Assunta.
La sua sede fu dapprima la Chiesa di san Domenico resasi vacante per la soppressione degli ordini monastici da parte di Napoleone per mezzo del reggente del Regno di Napoli Gioacchino Murat,
dove la loro permanenza relativamente breve, in quanto dovettero condividerla con le suore benedettine che erano di stanza nella chiesa di san Pietro il cui monastero fu parimenti soppresso.
Così il priore del tempo chiese l'utilizzo in proprio della Chiesa di San Pietro, e la ottenne, quindi nel 1816 il parroco della erigenda chiesa di San Gennaro Mons. Francesco Saverio Luigi Nisio essendo ferma la costruzione del nuovo tempio per ristrettezze economiche chiese al sodalizio di entrare in possesso ed in perpetuo del cappellone a sinistra per le loro funzioni dandogli la possibilità di sepoltura dei defunti nella cripta della chiesa oltre l'utilizzo dell'altare maggiore e delle campane contro il versamento di una pigione rateale da estinguersi in 10 anni, la confraternita accettò e il trasferimento avvenne il 5 giugno di quell'anno.
Nelle processioni pasquali è invitata dalle Arciconfraternite di Santo Stefano a recare a spalla il simulacro di Gesù orante nell'orto degli Ulivi il Venerdì Santo oltre che dall'Arciconfraternita della Morte, il Sabato Santo, a recare a spalla l'immagine di San Pietro.
A cura di Sisto Massimiliano.