Tra le prescrizioni cui i nostri nonni ci mettevano in guardia, vi era quella sicuramente di non fare gesti inconsulti o strani di fronte allo specchio.
Invero nella tradizione lo specchio è visto come simbolo di riflessione della realta' che avvicina il soggetto all'oggetto per raccontare l'umana verità, o come lo intendono gli scintoisti esso è parificato a un sacro oggetto di culto.
Ma nella nostra tradizione contadina e più limitata rispetto alle riflessioni filosofiche dei grandi pensieri religiosi, lo specchio da sempre e' stato associato all'esoterismo a qualcosa di non meglio definito.
I nostri nonni tra le varie raccomandazioni ci dicevano, appunto, di non sbeffeggiarsi o motteggiarsi perché nello specchio, proprio in quella immagine riflessa vi si nascondeva "la Morte" o addirittura Satana il quale si bea della umana vanità.
Proprio la vanità uno dei sette peccati capitali lo rende forte e invulnerabile nella sua opera di divisione, non a caso quando un moribondo è di fronte allo specchio lo si copre con un lenzuolo o stessa cosa capita per un feretro proprio per evitare che il Demonio possa impossessarsi della sua anima.
A tal proposito vi racconto una storia, vera, forse condita con un po' di suggestione del tempo ma comunque successa sul finire dell'ottocento primi del novecento, nella parte monumentale del nostro Cimitero cittadino vi è una tomba di una ragazza.
Al tempo, ella era molto piacente tanto che si specchiava sempre, e proprio lo specchio fu cagione della sua morte perché mentre era intenta ad imbellettarsi e a contemplarsi, ecco comparire una immagine demoniaca di lei dallo specchio.
La poverina non resse a tale impatto e con tale allucinazione paranormale morì, la ritrovarono con gli occhi sgranati per lo spavento e per gli spasmi del colpo apoplettico che tale visione le aveva inflitto.
I parenti per rendere monito a tutti fecero scolpire questa storia sulla lapide della giovane donna ad imperitura memoria attraverso una scultura marmorea, propria dei tumuli della seconda metà dell'ottocento al fine di spiegare come fosse avvenuta la dipartita della giovane.
Verità, diceria? chi può dirlo.
A cura di Sisto Massimiliano
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