Durante il Medioevo il Santuario della Madonna dei Martiri divenne un centro nevralgico per i pellegrinaggi per la Terra Santa divenendo una delle stationes ove i pellegrini pregavano prima di imbarcarsi per l’oriente.
La sua posizione protesa verso il mare e soprattutto centrale rispetto alla via della fede per la Terra Santa portarono nel tempo all’ampliamento dello Ospedale dei Crociati diviso in un corpo per foresteria e l’altro per accoglienza di sofferenti e moribondi che tornavano dalla guerra contro i mussulmani.
Proprio in questo ospizio e nella Cappellina che accoglieva l’icona bizantina della Vergine dei Martiri per volontà del Vescovo Maiorano Maiorani, il 17 marzo del 1570 dietro autorizzazione accordatagli dal Generale dell’Ordine dei Domenicani, fra Serafino Cavallo, istituì la confraternita del Salterio cui la patrona era la Beata Vergine del Rosario con il privilegio che qualora vi si fosse istituita una comunità domenicana a Molfetta, questo sodalizio avrebbe dovuto spostarsi in quel luogo sacro.
Per opera di Mons. Giacinto Petronio appartenente all’ordine domenicano dei Padri Predicatori, Vescovo di Molfetta, per sua volontà fece costruire quivi una chiesa e un convento dei domenicani, a proprie spese essendo discendente di una ricca e nobile famiglia napoletana.
Stante alla clausola stabilita nel privilegio del 1570 la confraternita doveva essere amministrata sotto il vincolo dei Padri Domenicani e così il 15 maggio del 1640 con autorizzazione del Generale dell’Ordine, frà Nicolò Ridolfi, si ebbe l’autorizzazione a reistituire la confraternita nella nuova chiesa molfettese dedicata a San Domenico sotto la giurisdizione domenicana.
Il culto della Vergine del Rosario a Molfetta lo si deve soprattutto alla predicazione dei Domenicani infatti era tanto forte che il 6 marzo del 1645 divenne protettrice della Città di Molfetta.
Ma cosa ci indica l’iconografia della immagine seicentesca recentemente restaurata? Innanzitutto che originariamente essa aveva in mano una corona, stessa corona che ritroviamo nella pala d’altare, presente nella Basilica Pontificia, commissionata dal patrizio molfettese Mario Gadaleta all’artista Damasceno nel 1574 per onorare la vittoria contro i turchi nella Battaglia di Lepanto avvenuta il 7 ottobre di tre anni prima, da qui l’appellativo di Vergine delle Vittorie.
La sua posizione protesa verso il mare e soprattutto centrale rispetto alla via della fede per la Terra Santa portarono nel tempo all’ampliamento dello Ospedale dei Crociati diviso in un corpo per foresteria e l’altro per accoglienza di sofferenti e moribondi che tornavano dalla guerra contro i mussulmani.
Proprio in questo ospizio e nella Cappellina che accoglieva l’icona bizantina della Vergine dei Martiri per volontà del Vescovo Maiorano Maiorani, il 17 marzo del 1570 dietro autorizzazione accordatagli dal Generale dell’Ordine dei Domenicani, fra Serafino Cavallo, istituì la confraternita del Salterio cui la patrona era la Beata Vergine del Rosario con il privilegio che qualora vi si fosse istituita una comunità domenicana a Molfetta, questo sodalizio avrebbe dovuto spostarsi in quel luogo sacro.
Per opera di Mons. Giacinto Petronio appartenente all’ordine domenicano dei Padri Predicatori, Vescovo di Molfetta, per sua volontà fece costruire quivi una chiesa e un convento dei domenicani, a proprie spese essendo discendente di una ricca e nobile famiglia napoletana.
Stante alla clausola stabilita nel privilegio del 1570 la confraternita doveva essere amministrata sotto il vincolo dei Padri Domenicani e così il 15 maggio del 1640 con autorizzazione del Generale dell’Ordine, frà Nicolò Ridolfi, si ebbe l’autorizzazione a reistituire la confraternita nella nuova chiesa molfettese dedicata a San Domenico sotto la giurisdizione domenicana.
Il culto della Vergine del Rosario a Molfetta lo si deve soprattutto alla predicazione dei Domenicani infatti era tanto forte che il 6 marzo del 1645 divenne protettrice della Città di Molfetta.
Ma cosa ci indica l’iconografia della immagine seicentesca recentemente restaurata? Innanzitutto che originariamente essa aveva in mano una corona, stessa corona che ritroviamo nella pala d’altare, presente nella Basilica Pontificia, commissionata dal patrizio molfettese Mario Gadaleta all’artista Damasceno nel 1574 per onorare la vittoria contro i turchi nella Battaglia di Lepanto avvenuta il 7 ottobre di tre anni prima, da qui l’appellativo di Vergine delle Vittorie.
Proprio in questa tela si vede la Vergine contornata da una corona a pallini, stessa corona presente originariamente nel simulacro, ostante in 150 grani, creati o con nocelle o con nodi, che rappresentavano i 150 salmi che durante la giornata i domenicani dovevano nelle varie ore di preghiera elevare a Dio.
Durante questa preghiera litanica si meditavano i misteri gloriosi, dolorosi e gaudiosi presenti nelle iconografie di tutte le pale d’altare legati al culto della Vergine del Rosario, pertanto i domenicani ebbero a Molfetta una propulsione nello sviluppo del culto alla Vergine del Rosario enorme.
Infatti la festa esterna era molto sentita e la processione si svolgeva due volte l’anno nei giorni del 5 aprile e nella prima domenica del mese di ottobre seguendo il seguente itinerario: usciva da San Domenico e andava verso la porta maggiore della città, girava per san Salvatore e passava per la Chiesa vecchia girava san Girolamo e san Lorenzo, passava per via dei Molini entrava in san Pietro quindi per via Amente infine usciva per porta Castello e per via Borgo rientrava in San Domenico.
La confraternita mantenne il culto vivo sino a prima della prima guerra mondiale quando fu sciolta per mancanza di affiliati. Solo negli anni cinquanta è stata ricostituita come Pia Associazione di Fedeli e oggi grazie al Parroco Don Silvio Bruno la Città di Molfetta riacquista un pezzo della nostra storia locale religiosa che verrà sicuramente valorizzato anche eventualmente ripristinando la festa esterna della Vergine delle Vittorie.
A cura di Sisto Massimiliano
Foto di Giuseppe Roppo
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