Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera…
Osservatela in alto, a guardare questo spettacolo… Noi chiudiamo una grande
giornata di pace… Sì, di pace: ‘Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona
volontà’.
Se domandassi, se potessi chiedere ora a ciascuno: voi da
che parte venite? I figli di Roma, che sono qui specialmente rappresentati,
risponderebbero: ah, noi siamo i figli più vicini, e voi siete il nostro
vescovo.
Ebbene, figlioli di Roma, voi sentite veramente di
rappresentare la ‘Roma caput mundi’, la capitale del mondo, così come per
disegno della Provvidenza è stata chiamata ad essere attraverso i secoli.
La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi,
un fratello divenuto padre per volontà di Nostro Signore…
Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così;
guardandoci così nell’incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da
parte, se c’è, qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà…
Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza
e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete forse qualche lacrima da
asciugare.
Abbiate per chi soffre una parola di conforto. Sappiano gli
afflitti che il Papa è con i suoi figli specie nelle ore della mestizia e
dell’amarezza…
E poi tutti insieme ci animiamo: cantando, sospirando,
piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta,
continuiamo a riprendere il nostro cammino. Addio, figlioli.
Alla benedizione aggiungo l’augurio della buona notte”.
A cura di Sisto Massimiliano.
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