venerdì 19 ottobre 2018

Le reliquie della Passione tra fede e storia: la Vera Croce.



La reliquia della Vera Croce fu ritrovata dalla madre di Costantino I, sant’Elena nel viaggio da lei fatto in Terra Santa tra il 327/328 d.c. 
Il segno della Crocifissione è la pena inflitta al Cristo dai Giudei nel Sinedrio e il Vangelo di san Giovanni così racconta: (Giovanni 19, 1-18) “Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. 9Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo.” 
Storicamente la reliquia fu scomposta in tre parti di cui una restò a Gerusalemme dove vi rimase sino alla conquista di Saladino, una parte fu portata a Roma e l’altra fu portata a Costantinopoli.
E' poco valida la sua autenticità da parte degli storici, perché sia negli annali della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme che nelle trattazioni storiche dell’epoca si è sempre parlato dei luoghi della Passione di Nostro Signore ma mai della presenza della Vera Croce. 

In Italia diversi santuari e chiese hanno frammenti staccati dalla Vera Croce la parte più importante la si trova a Roma nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. 
In Puglia invece un frammento staccato direttamente da essa e storicamente comprovato come autentico lo si ritrova nella Basilica Pontificia Chiesa Matrice dei Santi Medici e Martiri Cosma e Damiano di Alberobello.
Anche nelle processioni quaresimali molfettesi è presente un frammento della Santa Croce in preziosi reliquiari posti ai piedi del Simulacro del Cristo Morto durante la Processione del Venerdì Santo e sulle croci tra la sindone che affianca e che è posta alla spalle rispettivamente della Madonna Addolorata e del Gruppo della Pietà nelle processioni del Venerdì di Passione e del Sabato Santo.
A cura di Massimiliano Sisto.
   



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