martedì 16 ottobre 2018

Le reliquie della Passione tra fede e storia: la Sacra Tunica.


 
Tunica di Argentuille

Tra le reliquie che propriamente appartengono alla tradizione cristiana vi sono quelle di inerenti i momenti della Passione di Cristo. In questo ci aiutano i Vangeli in cui viene trattato in modo specifico gli ultimi momenti della vita terrena del Salvatore. Infatti importanza notevole ha la tunica di cui era vestito il Cristo.
 Nel Vangelo di Giovanni si legge: “I soldati dunque, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una parte per ciascun soldato. Presero anche la tunica, che era senza cuciture, tessuta per intero dall’alto in basso. Dissero dunque tra di loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocchi»; affinché si adempisse la Scrittura che dice: «Hanno spartito fra loro le mie vesti, e hanno tirato a sorte la mia tunica». Questo fecero dunque i soldati” (Gv 19, 23-24).
Questa reliquia importante per la cristianità ha fatto la sua comparsa nell’Alto Medioevo ma di fatto è molto controversa la sua storia o meglio sono controverse le reliquie della Sacra Tunica. 
Precisiamo che ai tempi di Gesù e secondo l’uso ebraico il vestimento di una persona non popolana come di fatto era il Cristo era composto da 3 indumenti: interula o subucula che fungeva da sottoveste, la tunica che era quella che era cinta da una cintura alla vita e lunga sino alle caviglie e il pallium o toga che era un vero e proprio mantello. 
Pertanto oggi si conoscono due Tuniche aventi dimensioni quasi identiche e che portano anche misure compatibili con questa moda dell’epoca. Infatti per la tunica di Treviri è una tunica non rovinata in una unica cucitura e non sporca di sangue mentre quella di Argentuil è sporca di sangue.
La Tunica di Treviri si annovera tra quelle che furono le reliquie portate da Sant’Elena in ritorno dalla Terra Santa e fu portata a Treviri e custodita nella attuale Cattedrale perché all’epoca essa era la Capitale dell’Impero Romano d’Occidente dove Elena e il figlio vissero, inoltre l’attuale cattedrale fu costruita sul palazzo imperiale romano.
Mentre la Tunica di Argentuil fa la sua comparsa con l’offerta fatta da Re Carlo Magno a sua figlia Teodorada che era Badessa nel Monastero dell’Humilité-de-Notre-Dame di Argenteuil. Entrambe le tuniche comunque ricordano i colori che san Marco specifica nel suo Vangelo oltre al fatto che le differenze di larghezza e grandezza portano a concordare nel fatto che l’una potesse essere posta sull’altra nel vestimento secondo gli usi dell’epoca, infatti la Tunica di Treviri è più ampia: è lunga 1,47 m davanti e 1,57 m dietro e la sua larghezza sotto le braccia è di 1,09 m; quella di Argenteuil invece è lunga 1,22 m e ha una larghezza sotto le braccia di 0,90 m - anche se, secondo la descrizione del secolo XVIII, doveva esser un po’ più alta di 25 cm e la maniche intere avere una lunghezza di 80 cm. 
Altra differenza della tunica di Treviri è quella che è di lino o di cotone, mentre quella di Argenteuil è di lana. Infine, non presenta macchie di sangue al contrario di quella di Argenteuil. Uno degli aspetti interessanti è inoltre che quella di Treviri fu ricucita nel 1512 su una stola dell’epoca, quando si dissotterrò il cofanetto contenente la reliquia mentre quella di Argentuil è integra e non è stata rimaneggiata sebbene vi siano stati asportati dei pezzi per conservarli e dispensarli in vari santuari della cristianità.
Tunica di Treviri

Come già affermato la tunica di Treviri quindi non presenta tracce ematiche differentemente da quella di Argentuil la cui particolarità di queste tracce portano tutte a farla coincidere con quelle presenti con la Sacra Sindone o con altre reliquie attribuite alla vita terrena di Gesù. In questo breve articolo, non si possono elencare tutti gli studi scientifici eseguiti e i risultati ottenuti. Però, si può citare per esempio lo studio della stoffa (è di origine orientale) e del suo colore (è colorata con un coloro rosso, chiamato anche la «porpora del povero»); delle macchie di sangue (che corrispondono a quella della Sindone) e dei globuli rossi (che presentano una forma anomala, sia sferica che appiattita, indice di una sofferenza cellulare intensa provocata da un’anemia e da una disidratazione, e che si sono svuotati dalla loro emoglobina); del gruppo sanguigno (gruppo Ab) e del Dna (maschile, la cui formula cromosomica corrisponde a quella di un uomo semita non arabo); della presenza di cristalli di urea (componente importante del sudore); della presenza di piattole (dovute alla sua ultima notte che ha trascorso in carcere); dei pollini (di cui alcuni provengono dal Medio Oriente e due dalla Palestina biblica) e di altre polveri (alcune delle quali rinvenute identiche sulla Sindone). 

L’attuale sacra tunica di Treviri è formata da diversi strati di tessuti destinati a proteggere la tunica originale posta al loro interno, ben sette strati, cinque dell’anno 1512 e due di fine XIX secolo (1890) e precisa l’Arcidiocesi di Treviri che “I brandelli di stoffa della parte anteriore della tunica consistono oggi, visti dall’interno all’esterno, in un satin serico di un tulle brunastro e di un grigio taffetà. 
Questo taffetà si aggiunge ad uno strato di antichi frammenti di stoffa, che sono fra loro collegati da un supporto elastico. La parte della tunica consiste in satin serico rossobruno, tulle brunastro, fini garze in seta, un feltro, taffetà verde, un ulteriore strato di feltro e garza serica. Di qui si deduce, che le fibre di lana, che oggi costituiscono il feltro, in parte connettendolo in parte strappandolo, rappresentano il nucleo del tessuto, la cui età non può più essere ben determinata”.
A cura di Sisto Massimiliano

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