Tra le reliquie che propriamente
appartengono alla tradizione cristiana vi sono quelle di inerenti i momenti
della Passione di Cristo. In questo ci aiutano i Vangeli in cui viene trattato
in modo specifico gli ultimi momenti della vita terrena del Salvatore. Infatti
importanza notevole ha la tunica di cui era vestito il Cristo.
Nel Vangelo di
Giovanni si legge: “I soldati dunque, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le
sue vesti e ne fecero quattro parti, una parte per ciascun soldato. Presero
anche la tunica, che era senza cuciture, tessuta per intero dall’alto in basso.
Dissero dunque tra di loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi
tocchi»; affinché si adempisse la Scrittura che dice: «Hanno spartito fra loro
le mie vesti, e hanno tirato a sorte la mia tunica». Questo fecero dunque i
soldati” (Gv 19, 23-24).
Questa reliquia importante per la cristianità ha fatto
la sua comparsa nell’Alto Medioevo ma di fatto è molto controversa la sua storia o meglio sono controverse le reliquie della Sacra Tunica.
Precisiamo che ai
tempi di Gesù e secondo l’uso ebraico il vestimento di una persona non popolana
come di fatto era il Cristo era composto da 3 indumenti: interula o subucula
che fungeva da sottoveste, la tunica che era quella che era cinta da una
cintura alla vita e lunga sino alle caviglie e il pallium o toga che era un
vero e proprio mantello.
Pertanto oggi si conoscono due Tuniche aventi
dimensioni quasi identiche e che portano anche misure compatibili con questa
moda dell’epoca. Infatti per la tunica di Treviri è una tunica non rovinata in
una unica cucitura e non sporca di sangue mentre quella di Argentuil è sporca
di sangue.
La Tunica di Treviri si annovera tra quelle che furono le reliquie
portate da Sant’Elena in ritorno dalla Terra Santa e fu portata a Treviri e
custodita nella attuale Cattedrale perché all’epoca essa era la Capitale
dell’Impero Romano d’Occidente dove Elena e il figlio vissero, inoltre
l’attuale cattedrale fu costruita sul palazzo imperiale romano.
Mentre la
Tunica di Argentuil fa la sua comparsa con l’offerta fatta da Re Carlo Magno a
sua figlia Teodorada che era Badessa nel Monastero dell’Humilité-de-Notre-Dame
di Argenteuil. Entrambe le tuniche comunque ricordano i colori che san Marco
specifica nel suo Vangelo oltre al fatto che le differenze di larghezza e
grandezza portano a concordare nel fatto che l’una potesse essere posta
sull’altra nel vestimento secondo gli usi dell’epoca, infatti la Tunica di
Treviri è più ampia: è lunga 1,47 m davanti e 1,57 m dietro e la sua larghezza sotto
le braccia è di 1,09 m; quella di Argenteuil invece è lunga 1,22 m e ha una
larghezza sotto le braccia di 0,90 m - anche se, secondo la descrizione del
secolo XVIII, doveva esser un po’ più alta di 25 cm e la maniche intere avere
una lunghezza di 80 cm.
Altra differenza della tunica di Treviri è quella che è
di lino o di cotone, mentre quella di Argenteuil è di lana. Infine, non
presenta macchie di sangue al contrario di quella di Argenteuil. Uno degli
aspetti interessanti è inoltre che quella di Treviri fu ricucita nel 1512 su
una stola dell’epoca, quando si dissotterrò il cofanetto contenente la reliquia
mentre quella di Argentuil è integra e non è stata rimaneggiata sebbene vi
siano stati asportati dei pezzi per conservarli e dispensarli in vari santuari
della cristianità.
Tunica di Treviri |
Come già affermato la tunica di Treviri quindi non presenta tracce ematiche
differentemente da quella di Argentuil la cui particolarità di queste tracce
portano tutte a farla coincidere con quelle presenti con la Sacra Sindone o con
altre reliquie attribuite alla vita terrena di Gesù. In questo breve articolo,
non si possono elencare tutti gli studi scientifici eseguiti e i risultati
ottenuti. Però, si può citare per esempio lo studio della stoffa (è di origine
orientale) e del suo colore (è colorata con un coloro rosso, chiamato anche la
«porpora del povero»); delle macchie di sangue (che corrispondono a quella
della Sindone) e dei globuli rossi (che presentano una forma anomala, sia
sferica che appiattita, indice di una sofferenza cellulare intensa provocata da
un’anemia e da una disidratazione, e che si sono svuotati dalla loro
emoglobina); del gruppo sanguigno (gruppo Ab) e del Dna (maschile, la cui
formula cromosomica corrisponde a quella di un uomo semita non arabo); della
presenza di cristalli di urea (componente importante del sudore); della
presenza di piattole (dovute alla sua ultima notte che ha trascorso in
carcere); dei pollini (di cui alcuni provengono dal Medio Oriente e due dalla
Palestina biblica) e di altre polveri (alcune delle quali rinvenute identiche
sulla Sindone).
L’attuale sacra tunica di Treviri è formata da diversi strati
di tessuti destinati a proteggere la tunica originale posta al loro interno,
ben sette strati, cinque dell’anno 1512 e due di fine XIX secolo (1890) e
precisa l’Arcidiocesi di Treviri che “I brandelli di stoffa della parte
anteriore della tunica consistono oggi, visti dall’interno all’esterno, in un
satin serico di un tulle brunastro e di un grigio taffetà.
Questo taffetà si
aggiunge ad uno strato di antichi frammenti di stoffa, che sono fra loro
collegati da un supporto elastico. La parte della tunica consiste in satin
serico rossobruno, tulle brunastro, fini garze in seta, un feltro, taffetà
verde, un ulteriore strato di feltro e garza serica. Di qui si deduce, che le
fibre di lana, che oggi costituiscono il feltro, in parte connettendolo in
parte strappandolo, rappresentano il nucleo del tessuto, la cui età non può più
essere ben determinata”.
A cura di Sisto Massimiliano
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