lunedì 24 settembre 2018

Le reliquie della Passione tra storia e fede: I Sacri chiodi della Crocifissione.



Una delle reliquie più preziose della cristianità sono i Sacri Chiodi che perforarono le membra di Gesù durante la sua terribile Passione. 
La storia dei Sacri Chiodi inizia quando Santa Elena nel viaggio di ritorno dalla Terra Santa decide di portare con sé questa reliquia che assieme alla Santa Croce furono trovate sul Golgota. 
La tradizione vuole che i chiodi fossero 4 e che uno di essi sarebbe stato gettato in mare nel viaggio di ritorno per placare i marosi.  
Nei Vangeli ritroviamo il momento della comparsa di questa reliquia quando San Giovanni scrive (Giovanni, 19, 17-18) “Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo.”. 
Corona ferrea d'Italia già di Costantino 

Così i Sacri Chiodi furono portati a Roma dove uno venne fatto montare sulla corona ferrea di Costantino da Sant’Elena, uno fu fatto montare nel morso del cavallo di Costantino e gli altri due furono consegnati al Papa di cui uno è a Roma nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e l’altro fu consegnato a un vescovo franco che avrebbe dovuto portarlo al re francese alleato del Papa. 
Ma questo non arrivò mai a destinazione perché il prelato morì e quindi passò a un presbitero che viveva in Colle di Val d’Elsa questi consegnò il chiodo alla sua morte al vescovo della Diocesi il quale lo espose nella Cattedrale della sua città dove dal IX secolo è ivi venerato come autentico. 
Accanto a questo vi è quello custodito nel Duomo di Milano esso è conservato esattamente sospeso in aria in un reliquiario posto a 42 metri di altezza e lo si può vedere con molta difficoltà ma la sua presenza è identificata da un reliquiario in bronzo a forma di croce ai cui lati vi sono due angeli e una luce perpetua posta a devozione. 
Il Sacro Morso

Per arrivarvi e per esporla alla pubblica venerazione nel seicento fu progettato un argano speciale a forma di nuvola dove 12 uomini attraverso un sistema di funi facevano scendere ed ascendere lo stesso reliquiario. 
Ancora oggi questo marchingegno viene usato sebbene sia stato modernizzato da un sistema di argani idraulici elettrici, il Sacro Morso viene posto alla pubblica venerazione il 14 settembre giorno che la Chiesa celebra la solennità dell’Esaltazione della Santa Croce. 
Questa reliquia sarebbe stata data in dono a sant’Ambrogio direttamente dalle mani dell’imperatore Teodosio, questo secondo fonti rivenienti dai cartigli dell’archivio della Cattedrale di Santa Tecla dove era custodito. 
Con la demolizione della basilica e con la costruzione del Duomo attuale il Sacro Morso è ivi custodito dal 1461. 
Altare in Colle Val d'Elsa dove
 e' custodito il Sacro Chiodo

Il Sacro Morso pesa 700 grammi ed è lungo circa 30 cm. L’ultimo Chiodo Santo si trova nella corona ferrea che cingeva il capo di Costantino con cui venivano incoronati dapprima  gli imperatori del Sacro Romano Impero e poi ininterrottamente dall’Alto Medioevo sino al novecento con questo diadema furono incoronati i Re d’Italia. 
Si narra che la lamina della corona interna fosse stata liquefatta e creata la base del diadema ma invero da una analisi fatta nel 1993 su tale lamina è risultata essere in argento e non in ferro. La corona fu rimaneggiata dopo un furto avvenuto tra il 1200/1300  di alcune placche, comunque di fronte a questa corona hanno pregato anche santi del calibro di San Carlo Borromeo il quale si basava a sua volta sulle indiscrezioni rese in sede di orazione funebre all’imperatore da parte di Sant’Ambrogio che aveva ricevuto da Teodosio il Sacro Morso e la Corona. 
Sacro Chiodo conservato nella Basilica 
di Santa Croce in Gerusalemme in Roma

 Anche se storicamente la corona sia appartenuta a Costantino nulla ci indica la presenza del chiodo romano, infatti secondo molti col Chiodo Santo erano stati forgiati gli archetti che tenevano la corona all’elmo del sovrano. 

Quando poi salì al trono dell’impero romano d’occidente re Teodorico, i bizantini per non rendere al barbaro una tale reliquia gli consegnarono solo la corona mantenendosi l’elmo, il quale fu collocato sull’altare della Basilica di Santa Sofia in Costantinopoli. Poi a seguito della crociata veneziana del 1204 se ne persero le tracce. 
A cura di Sisto Massimiliano.

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