Una delle reliquie più preziose
della cristianità sono i Sacri Chiodi che perforarono le membra di Gesù durante
la sua terribile Passione.
La storia dei Sacri Chiodi inizia quando Santa Elena
nel viaggio di ritorno dalla Terra Santa decide di portare con sé questa
reliquia che assieme alla Santa Croce furono trovate sul Golgota.
La tradizione
vuole che i chiodi fossero 4 e che uno di essi sarebbe stato gettato in mare
nel viaggio di ritorno per placare i marosi.
Nei Vangeli ritroviamo il momento della comparsa di questa reliquia quando
San Giovanni scrive (Giovanni, 19, 17-18) “Essi allora presero Gesù ed egli,
portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico
Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra,
e Gesù nel mezzo.”.
Corona ferrea d'Italia già di Costantino |
Così i Sacri Chiodi furono portati a Roma dove uno venne
fatto montare sulla corona ferrea di Costantino da Sant’Elena, uno fu fatto
montare nel morso del cavallo di Costantino e gli altri due furono consegnati
al Papa di cui uno è a Roma nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e
l’altro fu consegnato a un vescovo franco che avrebbe dovuto portarlo al re
francese alleato del Papa.
Ma questo non arrivò mai a destinazione perché il
prelato morì e quindi passò a un presbitero che viveva in Colle di Val d’Elsa
questi consegnò il chiodo alla sua morte al vescovo della Diocesi il quale lo
espose nella Cattedrale della sua città dove dal IX secolo è ivi venerato come
autentico.
Accanto a questo vi è quello custodito nel Duomo di Milano esso è
conservato esattamente sospeso in aria in un reliquiario posto a 42 metri di
altezza e lo si può vedere con molta difficoltà ma la sua presenza è
identificata da un reliquiario in bronzo a forma di croce ai cui lati vi sono
due angeli e una luce perpetua posta a devozione.
Il Sacro Morso |
Per arrivarvi e per esporla
alla pubblica venerazione nel seicento fu progettato un argano speciale a forma
di nuvola dove 12 uomini attraverso un sistema di funi facevano scendere ed
ascendere lo stesso reliquiario.
Ancora oggi questo marchingegno viene usato
sebbene sia stato modernizzato da un sistema di argani idraulici elettrici, il
Sacro Morso viene posto alla pubblica venerazione il 14 settembre giorno che la
Chiesa celebra la solennità dell’Esaltazione della Santa Croce.
Questa reliquia
sarebbe stata data in dono a sant’Ambrogio direttamente dalle mani
dell’imperatore Teodosio, questo secondo fonti rivenienti dai cartigli
dell’archivio della Cattedrale di Santa Tecla dove era custodito.
Con la
demolizione della basilica e con la costruzione del Duomo attuale il Sacro
Morso è ivi custodito dal 1461.
Altare in Colle Val d'Elsa dove
e' custodito il Sacro Chiodo
|
Il Sacro Morso pesa 700 grammi ed è lungo circa
30 cm. L’ultimo Chiodo Santo si trova nella corona ferrea che cingeva il capo
di Costantino con cui venivano incoronati dapprima gli imperatori del Sacro Romano Impero e poi
ininterrottamente dall’Alto Medioevo sino al novecento con questo diadema
furono incoronati i Re d’Italia.
Si narra che la lamina della corona interna
fosse stata liquefatta e creata la base del diadema ma invero da una analisi
fatta nel 1993 su tale lamina è risultata essere in argento e non in ferro. La
corona fu rimaneggiata dopo un furto avvenuto tra il 1200/1300 di alcune placche, comunque di fronte a
questa corona hanno pregato anche santi del calibro di San Carlo Borromeo il
quale si basava a sua volta sulle indiscrezioni rese in sede di orazione
funebre all’imperatore da parte di Sant’Ambrogio che aveva ricevuto da Teodosio
il Sacro Morso e la Corona.
Sacro Chiodo conservato nella Basilica
di Santa Croce in Gerusalemme in Roma
|
Anche se storicamente
la corona sia appartenuta a Costantino nulla ci indica la presenza del chiodo
romano, infatti secondo molti col Chiodo Santo erano stati forgiati gli
archetti che tenevano la corona all’elmo del sovrano.
Quando poi salì al trono
dell’impero romano d’occidente re Teodorico, i bizantini per non rendere al
barbaro una tale reliquia gli consegnarono solo la corona mantenendosi l’elmo,
il quale fu collocato sull’altare della Basilica di Santa Sofia in
Costantinopoli. Poi a seguito della crociata veneziana del 1204 se ne persero
le tracce.
A cura di Sisto Massimiliano.
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