giovedì 27 settembre 2018



Il Volto Santo, si trova nella Basilica del Volto Santo a Manoppello in provincia di Perugia (PE), si tratta di un velo tenue che ritrae l'immagine di un volto, un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande, dalla tradizione ritenuto essere quello di Cristo. 
I fili orizzontali del telo sono ondeggianti e di semplice struttura; l'ordito e la trama, visibili ad occhio nudo, si intrecciano a formare una normale tessitura. 
Le misure del panno sono 0,17 x 0,24 m. La reliquia giunse a Manoppello nel 1506, esso da sempre è stato considerato il sudario della Veronica su cui venne impressa lungo la Via Dolorosa il volto del Cristo. 
Nel Vangelo di Luca si fa un riferimento indiretto quando si parla delle pie donne che accompagnavano Gesù, si battevano il petto, e tra queste vi era, secondo la tradizione, la Veronica. La figura della Veronica è presente nei Vangeli apocrifi e più direttamente negli Atti di Pilato al capitolo 7. 
Ella secondo la tradizione sarebbe la emoroissa che avrebbe toccato il lembo delle vesti di Gesù tra la folla e questi sentendosi tirare, la guardò negli occhi rimettendole i suoi peccati e al contempo guarendola dalla sua malattia. 
Tornando al Sacro Volto, l’arrivo nel paese di Manoppello  fu dovuto essenzialmente “al furto” del Velo della Veronica custodito nella preesistente Basilica Vaticana in Roma dove fu rubata contestualmente al progetto della costruzione della nuova. 
Infatti i Papi per finanziare la sua costruzione vendettero parte delle reliquie e oggetti sacri oltre a lucrare sulle indulgenze, cosa che fece tra l’altro indignare Lutero portando poi alla Riforma Protestante. 
Qui ininterrottamente comunque si venera questa straordinaria reliquia che da molti, anche dai più scettici è ritenuta autentica ed inoltre è stato stabilito che l'immagine, secondo una tradizione, sarebbe "acheropita" cioè "non disegnata o dipinta da mano umana" ed ha una caratteristica particolare: è ben visibile da ambedue le parti. 
Tanto che la scienza, secondo illustri docenti universitari tra cui il professor Donato Vittore dell'Università di Bari, che ha eseguito nel 1997 un esame con i raggi ultravioletti, risulta che le fibre del Velo non presentano nessun tipo di colore, il che collima con le osservazioni microscopiche (le quali affermano che questa reliquia non è né dipinta né tessuta con fibre colorate). 
Con elaborate tecniche fotografiche di ingrandimento digitale è possibile constatare come l'immagine sia identica in entrambi i lati del velo. Altre analisi, però, hanno dato risultati diversi.
Il professor Giulio Fanti, dell'Università di Padova, che ha studiato il velo nel 2001, ha rivelato che «al microscopio ottico appaiono sostanze di apporto colorate in vari particolari anatomici». 
Fanti resta però incline a credere che l'immagine sia comunque acheropita. Inoltre il sacerdote Enrico Sammarco e suor Blandina Paschalis Schlömer hanno effettuato alcune indagini sul telo dalle quali emergerebbe che le dimensioni del volto presente sulla Sindone di Torino sono le stesse del Volto Santo di Manoppello. 
Risulterebbe inoltre che il volto della Sindone di Torino e quello che appare nel Velo di Manoppello sono sovrapponibili, con l'unica differenza che nella reliquia di Manoppello la bocca e gli occhi sono aperti.
A cura di Sisto Massimiliano.


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