Altra reliquia relativa alla
Passione di Nostro Signore Gesù Cristo è quella della Sacra Corona di Spine
indicata nei quattro Vangeli sinottici come motivo di scherno da parte dei
soldati romani che avevano in custodia la persona di Gesù.
Il Vangelo di San
Giovanni recita (Giovanni 19, 1-2): “Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece
flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul
capo e gli misero addosso un mantello di porpora.”
Anche questa reliquia al
pari delle altre fu ritrovata dallo sgombro delle macerie del Golgota per
ordine di Sant’Elena madre di Costantino. La reliquia comunque compare in
modo certo nel 1063 quando fu portata a Costantinopoli dove vi rimase sino al
1237 quando il re Baldovino II° la cedette per un prestito a dei mercanti
veneziani.
Allo scadere del prestito re Baldovino chiese a re Luigi IX di
Francia di acquistare tale reliquia riscattando il prestito. Il re francese
acconsentì portandola a Parigi dove restò nel Palazzo Reale sino alla fine della
costruzione della Sainte Chapelle nella Cattedrale di Notre Dame di Parigi
avvenuta nel 1248.
Parte del tesoro della Sainte Chapelle fu depredato nel
periodo della Rivoluzione Francese e non ebbe sorte migliore neanche la Sacra
Corona la quale fu spogliata degli ori che la contenevano. Ad oggi del presunto
rovo posto sul capo di Gesù non resta che la base, mentre i rami e le spine che
rendevano questo un vero e proprio casco furono nel corso dei secoli furono ceduti per
benemerenza a santuari e chiese in tutto l’occidente cristiano oltre che
consegnate a regnanti cattolici in visita al re francese.
La presenza delle
Sacre Spine è abbastanza nutrita in tutta l'Italia da nord a sud, nella nostra
Puglia tre sono i luoghi che conservano questa venerabile reliquia: la Cattedrale
di Andria e la Basilica di San Nicola in Bari e nella Chiesa di San Gaetano a
Barletta.
Sacra Spina di Andria |
La Sacra Spina di Barletta fu
condotta in città da San Felice di Valois in occasione della fondazione
dell’Ordine della Santissima Trinità che operò in Barletta per il riscatto dei
cristiani tenuti prigionieri nelle carceri mussulmane, accanto all’ordine
cavalleresco si costituì una confraternita che ancora oggi propugna il culto
della Sacra Spina: l’Arciconfraternita della Santissima Trinità.
Sacra Spina di Barletta |
La Sacra Spina di Andria fu
donata da Beatrice figlia di Carlo II d’Angiò alla Cattedrale di Andria dove
ancora oggi è conservata. Una particolarità di questo venerabile segno della
Passione di Cristo è quello che quando coincide il giorno del Venerdì Santo con
quello dell’Annunciazione si sviluppano fenomeni incredibili, tutti
minuziosamente studiati da commissioni scientifiche che ancora oggi non sono riusciti a dare una spiegazione.
Infatti la Sacra Spina o presenta rigonfiamenti a modo di
gemma, o stilla del sangue oppure si creano macchie rosse sulla superficie
della stessa. Questi eventi si sono documentati nel corso della storia sin dal
1633 e anche ai nostri giorni tali prodigi si sono verificati non ultimo la
creazione di gemme avvenuta sotto agli occhi degli scienziati e documentati da
un video il 25 marzo del 2016 quando vi fu la coincidenza dei giorni che
segnano l’inizio e la fine della vita terrena di Gesù appunto l’Annunciazione e
il Venerdì Santo.
Sacra Spina di Bari |
La Sacra Spina della Basilica di
Bari fu donata all’episcopio custode delle reliquie di San Nicola da Myra da
Carlo II d’Angiò e posta in un reliquiario preziosamente adornato nel 1301,
anche per questa reliquia si ascrivono fenomeni incredibili, proprio come
avviene per quella di Andria, quando coincide il giorno dell’Annunciazione con
quello della morte di Nostro Signore ovvero il Venerdì Santo la punta della
spina si arrossa.
A cura di Sisto Massimiliano.