venerdì 20 marzo 2020

I Racconti della Passione: Sabato santo 5 aprile 1947 E il gallo non cantò




Sabato santo 5 aprile 1947. Ultimo anno in cui sfilò per le strade della nostra città l'amata e ormai consunta immagine di San Pietro.


Essa era stata ricavata da una precedente immagine di un san Giuseppe ed era particolarmente cara ai molfettesi sia perchè aveva una incipiente calvizie e sia perchè apriva la processione con la sua iconografia del gallo muto. 


La prima di queste due particolarità rendeva cara l'immagine sopratutto ai bambini perchè durante il percorso scimmiottavano la sua espressione un po' attonita per il canto di quel gallo che gli ricordò le parole di Gesù che gli aveva predetto qualche ora prima che il gallo non avesse cantato prima di rinnegarlo per tre volte. 

Infatti ai bambini, specie quelli che seguivano la processione notturna, il caro San Pietro era per loro quasi come se fosse una icona per la malattia che molti di loro l'affliggeva: la tigna. 

Proprio per questo era vezzeggiato da codesti bambini festanti. 

Mentre per la seconda particolarità del fatto che apriva la processione è importante perchè segnava il momento in cui presso lo stradone di via Roma, all'epoca esistevano varie taverne ed una di queste era contrassegnata con una T maiuscola posta sulla insegna. 


Qui la processione si fermava al passaggio di ogni statua perchè era la prima e quindi quella più anelata da tutti in quanto il languore per le ore di processione già trascorse si faceva sentire e comune a tutti era la voglia di mangiare il tradizionale pizzarello. 


Immaginate che le cronache ci dicono che via roma non era neanche lastricata e quindi la processione passava su di una strada sterrata quasi. 

Inoltre quella zona era una zona popolare abitata essenzialmente da contadini ed allevatori, e proprio in quelle case ognuno aveva il pollaio o anche il cavallo (infatti lo si puo' notare, che in quei palazzi esistono grandi camerette all'interno dei portoni, proprio per ospitare tali animali da cortile) quindi essendo quasi l'alba quando la processione arrivava in quella strada andava da se che i galli lì presenti facessero da cornice e dessero voce a quel gallo muto vicino alla statua di san Pietro sia perchè venivano svegliati dal suono della grancassa sia perchè era l'ora in cui normalmente annunciavano il nuovo giorno e per questo che per molti molfettesi l'anno dopo non accettarono di buon grado che il nuovo San Pietro rimpiazzasse quello vecchio.

Tratto dal libro "Diario per la Confraternita della Morte"scritto da Orazio Panunzio 

A cura di Sisto Massimiliano

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