27 marzo 1948 Sabato Santo. Ecco il
gran tempo è arrivato. La nuova immagine di San Pietro è in processione ma con
diffidenza viene accolta dai fedeli mentre invece i critici sono unanimi che è
la più bella ed espressiva dei simulacri fatti dal Cozzoli. Anche questa notte
come le altre il tempo non è stato clemente per questo anche questa notte viene
divisa in due la processione.
San Pietro e la Veronica vengono riparate nella
chiesa delle Monacelle nella quale appena entrate le
sorelle chiudono la porta ma lasciano i portatori nel loro interno, mentre mano
mano le altre statue trovano riparo negli anditi condominiali. Ecco che da un
palazzo patronale scende una donna con una fila di taralli che porta al forno,
questa accattiva l'attenzione di tutti. Giulio Cozzoli quest'anno nn si e'
visto nell'asciugare la nuova immagine di san Pietro.
Quella ragazza va,
facendo lo slalom tra statue, confratelli ed altro va verso il forno di Gorizia
dove lasci il tutto dicendogli che sarebbe passato da poco il suo tutore a
pagare. Passata la pioggia intanto, la processione riprende e come avveniva per
i precedenti anni anche quest'anno riprende da dove e' terminata per andare
verso via roma dove c'era quella locanda con la T maiuscola, Ma alla richiesta
dei confratelli ai bambini su dove stesse la statua e se il gallo avesse
cantato, ma questi risposero che non avrebbe cantato più.
Tratto dal libro
"Diario per la Confraternita della Morte"scritto da Orazio Panunzio