Nella notte tra il 4 e 5 novembre del 1994 colò a picco
nelle acque internazionali ricche di pesci uno dei nostri natanti appartenenti
alla flotta peschereccia cittadina.
Le cause contrastanti furono o colpi di arma di fuoco contro
il motopeschereccio da parte di montenegrini aditi a chiedere il pizzo per
poter pescare in quelle acque o da colpi derivanti “dal fuoco amico” a causa
della guerra che in quel momento storico imperversava o ancora una colpa ancor
più sconcertante ovvero l’avere a bordo armi di contrabbando che sarebbero
esplose involontariamente.
Quale sia la verità tra queste ipotesi? Ancora i posteri non
hanno avuto alcuna certezza, sicuro che il luogo ove riposano questi
nostri concittadini è il mare che è diventata la loro tomba.
Facevano parte dell’equipaggio il comandante Giovanni
Pansini e i marinai Luigi De Giglio, Saverio Gadaleta, Francesco Zaza e Mario
De Nicolo che mai più hanno riabbracciato i loro cari familiari e che non hanno
rivisto la loro amata città.
Onore ai nostri marinai.
A cura di Sisto Massimiliano
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