Domenica sera, fine serata e
quattro passi con un mio amico per raggiungere l’auto che mi riporterà a casa,
quando nella nostra passeggiata decidiamo di fare un giro più lungo sebbene
faccia freddo ma comunque la serata permette.
Decidiamo quindi di salire corso
Margherita e qui iniziano i ricordi di due ragazzi sulla quarantina ormai
uomini. Tra le vetrine serrate e le saracinesche chiuse si leggono ormai solo i
locasi e i vendesi e da questa amara osservazione, risalendo lentamente vediamo
che immediatamente dopo la Cappellina de Candia si vede la vetrina a rilievo di
quello che fu uno dei migliori negozi di dischi della città ovvero quello DUEG
ormai chiuso da anni dove campeggiano solo due neon che erano la base
dell’insegna che non si accenderà mai più; il nostro giro continua e tra una
chiacchiera ed un’altra ecco che vediamo i locali dove era Linea Uomo o Ancri
il negozio di giocattoli che vendeva le biciclette, anche essi chiusi e ci
ricordiamo di quanto fossero in concorrenza i commercianti di Corso Margherita
con quelli di Corso Umberto che sino agli anni ottanta avevano il doppio senso
di marcia e la gente affollava i marciapiedi.
Decidiamo di svoltare su via
Rattazzi e qui rapidamente arriviamo in Piazza Principe di Napoli dove ci
ricordiamo della Piazza Centrale con tanto di tettoia, dove le nostre madri e
nonne ci dicevano quando ci mandavano a “fare i servizi” di evitare di
acquistare da quella piazza il pesce perché era più costoso di qualche
cinquecento lire rispetto alla più grande e più popolare Piazza Paradiso,
scendendo poi incrociamo lo sguardo con un incrocio che immette alla strada
parallela Corso Umberto in cui vi era il negozio più fornito di giochi per
bambini di Molfetta “Parco Bimbi”, chi di noi nella vetrina che immetteva sulla
piazza non si è fermato un attimo a vedere il trenino elettrico che era montato
sulla pista che girava in continuazione o quella famosa costruzione con i
pupazzetti che erano fatti in plastica o ancora le macchinine microscopiche?
La
passeggiata continua e andiamo su Corso Umberto e qui ci ricordiamo di negozi
storici ormai scomparsi come Regina o come Laura Pansini. Scendendo incrociamo
via Respa e subito decidiamo di percorrerla e immediatamente dopo
l’allargamento della stessa il nostro sguardo non può che non andare alla prima
vetrina sulla destra ovvero quella che fu di Top Ten.
Scendiamo quindi le scale
che costeggiano l’ex sede centrale della Banca Cattolica e arrivati giù ci
ricordiamo della esistenza di altri negozi storici non più esistenti come Mimì
Dell’Olio che vendeva scarpe, Todaro all’angolo di Piazza di Garibaldi e il
mitico Capozzi. Così mesti, ma rincuorati dai ricordi affiorati in questa
serata autunnale ci apprestiamo a salire sull’auto che ci riporterà a casa.
A cura di Sisto Massimiliano.
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