Venerdì di Passione 28 marzo 1958.
Era pronta per la processione al centro della chiesa attendendo l'orario
convenuto per portare per la prima volta in processione il rifacimento della
settecentesca immagine della Addolorata.
Qui vengono ad ammirare la nuova
immagine artisti, esperti quindi un nugolo di intellettuali che inizia a
radiografare la sacra immagine.
Quell'anno ad accompagnarla, come aveva fatto
per le precedenti immagini, non ci sarà Giulio Cozzoli il quale morì un anno prima, ma sicuramente il suo talento ha lasciato
un segno indelebile nella storia della città di Molfetta oltre che nella
Venerabile Confraternita della Morte.
Ecco che gli astanti iniziano a
radiografare l'immagine, ma c'è poco da notare in quanto dal lungo manto nero
si intravedono solo il volto, le mani e la punta dei piedi.
Disquisiscono su
tutto, proprio su quegli elementi visibili e non persino dei capelli.
Poi pian
piano si spostano ammirando le altre immagini del Cozzoli poste ancora nelle
teche chiedendosi quale fosse tra queste l'immagine da lui piu' apprezzata.
Gli
astanti convennero che fosse la Veronica del 1907 altri invece che fosse quella
del Cristo Morto del gruppo della Pietà (anno 1908).
Intanto la processione
iniziò, e due zelatrici sedute ancora ultimavano il Rosario prima che la statua
fosse presa dai confratelli così una disse all'altra di alzarsi e seguirla in
processione ma l'altra rispose di avviarsi e così quando l'immagine fu alzata e
fu intonato il Vexilla ecco sentire un pianto di una donna, una mamma che
chiedeva alla Madonna perchè fosse capitata quella disgrazia nella sua
famiglia.
Incurante l'incedere dei confratelli portarono l'immagine della B. Vergine
presso "la bocca spalancata, come la bocca geometrica di una fornace
abbacinante" e "L'Addolorata si libra infatti, nelle ali svolazzanti
del manto arabescato, quasi luttuosa, trasparente farfalla offerta alla vampa
del sole, che la divora".
Tratto dal testo "Diario per la
Confraternita della Morte" di Orazio Panunzio.
A cura di Sisto Massimiliano
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