sabato 2 febbraio 2019

La luce della Fede: la Presentazione di Gesù al Tempio.



Oggi liturgicamente si ricorda la presentazione di Gesu' Cristo al Tempio di Gerusalemme, anticamente codesta solennita' ricadeva il giorno 15 febbraio secondo il calendario giuliano. 
Durante la festivita' dell'allora unica Chiesa si espletava una grande processione penitenziale, questa tradizione nell'occidente fu esportata dalla tradizione greca, infatti il Papa san Sergio fece tradurre in latino tutte le litanie che durante la celebrazione e le relative processioni penitenziali si cantavano accompagnando la relativa benedizione dei ceri che erano usati in processione (tradizione che è ancora oggi presente nella liturgia). 
Infatti e' di questo periodo, (IX secolo cioe' 800 d.c.) la benedizione dei ceri e il relativo Cantico di Simeone di cui noi oggi ascoltiamo in liturgia la relativa profezia secondo la quale Maria avrebbe partecipato alla dolorosa Passione del Cristo.

 Infatti, oggi si intreccia il destino del Signore con quello del Padre che manda il figlio ad annunciare alla eta' di 30 anni la sua volonta', che culminera' con il supplizio della sua Passione e Morte. 
Oggi, nel Duomo di Molfetta a cura della omonima Venerabile Confraternita si ricorda in forma solenne la Purificazione di Maria Vergine, infatti nella immagine venerata si vedono ai suoi piedi i doni che la Vergine e san Giuseppe (due tortorelle), avrebbero presentato a Dio in accordo con la legge giudaica, portandole al Tempio di Salomone in Gerusalemme.

 L'immagine lignea e' del 1839 dello scultore Nicola Palmiotti (scuola barese). Da oggi si po' dire che si inizia a fare spazio nel cuore dei molfettesi il pensiero per la prossima Quaresima ormai vicina, infatti in questa la Solennita' si pone fine al proemio della vita Gesu' dando rilievo alla vita pubblica che culminera'con l'ingresso in Gerusalemme nella Domenica delle Palme.
A cura di Sisto dott. Massimiliano
Foto di Roppo dott. Giuseppe

lunedì 28 gennaio 2019

La partita della morte: Dynamo Kiev.



Ho atteso il termine della giornata della memoria per scrivere queste righe legate per lo più a una partita che doveva segnare quello che era lo spirito combattivo degli sportivi del tempo: la Partita della morte.

Vi narrerò la storia romanzata di questa partita di cui autori furono i giocatori della Dynamo Kiev e alcuni del Lokomotyv Kiev: Nikolai Trusevich, Mikhail Sviridovskiy, Nikolai Korotkikh, Aleksey Klimenko, Fedir Tyutchev, Mikhail Putistin, Ivan Kuzmenko, Makar Goncharenko, Pavel Komarov della Dinamo Kiev, e Vladimir Balakin, Vasiliy Sukharev, Mikhail Melnik.

Questi dopo l’occupazione nazista dell’Ucraina videro la loro carriera di sportivi tarpata per le leggi tedesche importate a causa della occupazione, pertanto persero il posto come giocatori e prestarono il proprio servizio presso una panetteria della capitale dove Iosif Ivanovič Kordik pose sotto la sua ala protettiva questi sportivi.

Durante il periodo dell’occupazione i tedeschi tronfi di aver invaso quella storica e fiera nazione decisero di far svolgere un torneo di calcio e ricostituire una squadra della capitale che potesse confrontarsi con quella tedesca.


La nuova squadra che venne iscritta nel torneo fu quella della Start Kiev dove parteciparono nei diversi ruoli i campioni delle due pluriblasonate squadre cittadine.

Venne il giorno della partita cui i giocatori della Start avrebbero dovuto perdere ma invece per dimostrare alla città e alla nazione che vi era uno spiraglio nel buio di quella occupazione vinsero la partita stracciando letteralmente il nemico per 6 a 0.

Allora la propaganda non avrebbe potuto mantenere quell’onta e così decise di far rigiocare la stessa partita con l’avvertimento ai giocatori ucraini di non fare gli eroi e di perdere la competizione; infatti il primo tempo si concluse con un umiliante 3-1 per gli ucraini.

In uno stadio blindato e con un’aria pesante i militari ivi presenti intimidivano i cittadini ucraini sparando ogni tanto dei colpi di pistola in aria, mentre sugli spalti avveniva questo negli spogliatoi il Generale delle SS si congratulava con i giocatori della squadra avversaria per aver scelto di collaborare.


Iniziato il secondo tempo l’allora capitano prese la palla e ridiede vitalità alla partita facendo gol e portando la squadra e gli animi dei presenti in visibilio: anche la seconda partita fu vinta dallo Start Kiev 5-3.


Gli occupanti tedeschi non fecero passare molti giorni che deportarono a uno ad uno tutti i giocatori di quella partita e la mattina del 24 febbraio del 1943 nel campo di concentramento di Syrec furono messi in fila e quindi fucilati, altri giocatori tra cui il capitano furono immediatamente dopo la partita arrestati dalla Gestapo e uccisi con indicibili torture.

Nikolai Trusevich portiere di questa storica partita durante la fucilazione prima di spirare con tutto il fiato restante gridò: «Krasny sport ne umriot!», «Lo sport rosso non morirà mai!».

A cura di Sisto Massimiliano






giovedì 17 gennaio 2019

Sénde Endùene méscechere è sùene



L’importanza della festa di sant’Antonio Abate risale al fatto che fu il primo fondatore del monachesimo cristiano. 
Infatti egli fu anche il primo abate, nacque a Qumans nel 251 e morì nel deserto della Tebaide il 17 gennaio 357, esso è un santo venerato non solo dalle chiese cristiano-cattoliche ma anche da quella luterana e persino da quella copta. 
Le sue reliquie oggi si possono venerare in Francia nella chiesa di Arles dove si sviluppò sino dall’XI secolo il culto taumaturgico del santo specie per malattie terribili e inguaribili. 
In Italia invece una reliquia del braccio del santo è custodita in Puglia nella cittadina di Novoli in provincia di Lecce. 
Esse sono state traslate nel gennaio 2017 in Italia presso Assisi dove hanno sostato dal 17 al 23 gennaio. 
E’ considerato il patrono dei macellai, salumai, contadini ed allevatori e come protettore degli animali domestici. 
A Molfetta la memoria di sant’Antonio Abate non solo segna il legame che la chiesa universale ha con i nostri animali domestici cui la benedizione che per tanti anni si e’ fatta nel Santuario del Santissimo Crocifisso dei Padri Cappuccini in Piazza Margherita di Savoia, ma segna anche l’inizio del Carnevale che con il suo frastuono che si protraeva sino al Martedì Grasso infatti il tipico detto molfettese era “Sénde Endùene méscechere è sùene”.
A cura di Sisto Massimiliano

venerdì 11 gennaio 2019

ISCRIZIONI ALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE SCORCI DI STORIA, FOLKLORE, ARTIGIANATO E COLLEZIONISMO.


Sono aperte le iscrizioni all'Associazione culturale Scorci di Storia, Folklore, Artigianato e Collezionismo, chiunque fosse interessato a parteciparvi potrà inviare la propria candidatura all'indirizzo di posta elettronica: molfettascorci@libero.it.